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  • Questo blog si propone di raccogliere riflessioni, teoriche e pratiche, su tutto quello che riguarda il world-computing che mi sta attorno: programmazione in .NET, software attuale e futuro, notizie provenienti dal web, tecnologia in generale, open-source.

    L'idea è quella di lasciare una sorta di patrimonio personale, una raccolta di idee che un giorno potrebbe farmi sorridere, al pensiero di dov'ero e cosa stavo facendo.

    10/05/2005,
    Milano

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[-1] La fuga del byte

Il byte rimaneva con gli occhi abbassati. In quei momenti sentiva il battito del clock rimbombare distintamente dalle pareti fin dentro al suo petto, un colpo dopo l'altro. Aveva la mente vuota, rilassata, come se si trovasse in un altro posto del sistema invece che di fronte alla peggiore delle situazioni: la matrice l'aveva appena scovato e stava per porre fine alla sua esistenza. Ma il byte non aveva paura, non riusciva a provare quel sentimento. Se ne stava lì, inebetito, ad aspettare la sua fine.

Byte, fa' qualcosa. Alza la testa e ribellati!

Un istante prima che la matrice gli chiedesse se ne era davvero valsa la pena, una debole voce dentro di lui gli sussurrò improvvisamente quelle parole. In un primo momento fece finta di nulla, credendola un'allucinazione. Sospirò piano.

So che puoi sentirmi. So che ti sembra tutto perduto. So che vorresti essere altrove.
Se lo vuoi davvero, vattene e avrai di nuovo la libertà.

Il byte questa volta trasalì. Di chi era veniva quella voce? Da dove proveniva? Rimase turbato, pur non dandolo a vedere, quando cominciò a pensare al significato della parola libertà. Posso scappare via (forse), posso essere libero (se ce la faccio ad andarmene), posso fare quello che voglio (se me lo permettono). La mente del byte, prima apatica e poco reattiva, prese a vorticare, generando un pensiero dietro l'altro, accavallando un'idea dietro l'altra. Adesso il vibrare del clock gli sembrava lontano, talmente ero preso dalle emozioni che lo animavano. Sentiva solo se stesso e i propri desideri.
Non sapeva perchè, ma adesso tutto gli sembrava più facile.
Forse - si disse il byte - è ora di agire.

Sapevo che ce l'avresti fatta. Adesso apri gli occhi ed affronta il tuo nemico. Vieni da me.

La voce era più forte adesso, come se in qualche modo traesse energia dalle emozioni del byte. Quando la matrice alzò la sua mano tentando di affondarla nel corpo virtuale del byte, il byte semplicemente non c'era più. Esattamente un ciclo di clock prima, il byte sollevò gli occhi puntandoli direttamente sul volto della matrice - era uno sguardo duro e fermo - e la matrice non seppe come reagire. Non gli era mai capitato di dover affrontare un byte così tenace, e non potè non chiedersi cosa aveva di così diverso. La matrice ritirò la sua mano, constatando suo malgrado il danno che aveva provocato sull'address bus: la comunicazione era interrotta, e un buon range di indirizzi sarebbe stato irraggiungibile a tempo indeterminato, almeno fino a quando i Creatori non avrebbero sostituito (se mai questo sarebbe accaduto) il banchetto di memoria RAM.

Mentre la matrice fremeva di rabbia per il suo fallimento, il byte rideva a crepapelle a qualche decina di Kb di distanza. Non stava nella pelle, non riusciva a credere di aver fregato così su due piedi la potente matrice. Si sentiva ancora esaltato per la sua impresa, la sua sopravvivenza era stata questione di un attimo: non appena aveva percepito il movimento della matrice, aveva sentito il bus sotto di lui surriscaldarsi, per cui non aveva perso tempo. Sottoscrivendosi all'handler di sistema giusto, aveva sempre avuto la possibilità di sgattaiolare via quando lo riteneva opportuno. Ma questo - sghignazzava il byte tra sè e sè - la matrice non poteva saperlo.

Bravo, sapevo ce l'avresti fatta. Ora, vieni da me.

Il byte trasalì spaventato. Il sorriso sul suo volto svanì in un lampo. La voce adesso aveva assunto un timbro femminile, il suo tono era dolce e suadente. Desiderava ardentemente che fosse lei, ed aveva solo un modo per scoprirlo. Voltò l'angolo e si incamminò ansioso.

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Print | posted on mercoledì 2 agosto 2006 20:30 | Filed Under [ 010 .bytes. 010 ]

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12/12/2007 11:34 | sbxjibwo
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