Oggi vi voglio raccontare una storia.
Era il 24 aprile 2004. Quel
giorno, ero preoccupato ed ansioso: mi faceva male in un modo strano la
chiappa sinistra. Non capivo cosa fosse, non sapevo cosa dovessi fare. Il giorno
dopo, me ne volevo stare per i cavoli miei, così andai a farmi una bella (e
lunga) passeggiata in montagna, nel Piacentino, al Passo del Penice. Scattai un gran numero di fotografie
, con la macchina digitale, quel giorno. Quel dolore mi scomparve,
così lo trascurai, feci finta di niente e tirai dritto ignorando la cosa.
Facciamo un salto temporale. Passiamo al 22
Novembre 2005 . Il martedì
successivo al compleanno di mio fratello, che è il 17. Quella sera passai tutto
il tempo seduto in camera mia, a giocare ad un wargame (Axis & Allies)
ambientato nella 2° Guerra Mondiale, Asse contro Alleati. Passai qualche ora
seduto per terra, e quando mi alzai non sentii nulla di particolare. Il giorno
dopo, tornai a casa dal lavoro con i jeans macchiati di sangue, esattamente
nello stesso punto in cui sentii il dolore un anno prima. Mi venne davvero
paura.
Cominciò quel giorno la mia piccola odissea.
Andai dal mio medico curante (Gennaio
2006), senza dire nulla a nessuno, per farmi dare un'occhiata. Mi
diagnosticò un normale callo, e cominciai a curarmi con creme, garze ed affini.
Ma quel callo non andava via, e la cosa mi preccupava sul serio. Tornai dal mio
medico, che mi reindirizzò questa volta dal dermatologo in ospedale. Questi capì
subito di cosa si trattava, mi reindirizzò a sua volta dal miglior chirurgo che
abbia mai conosciuto. Lui mi prese in cura, mi tranquillizzò, ci accordammo per
delle visite settimanali di controllo e di "pulizia", mi fissò l'intervento
(21 Aprile 2006), ha continuato a seguirmi settimanalmente dopo
l'operazione. Fino a questa mattina, 26 Maggio 2006
. Oggi, alle 7, sono andato per l'ultima volta: la guarigione è
completa, la cicatrice è completamente chiusa, tutto è bene quel che finisce
bene.
Ho tratto un insegnamento da questa mia vicenda. Mi sono
sentito in certi momenti immaturo ed infantile, perchè avevo paura di sentirmi
dire quale problema avessi, e non volevo saperne di ospedali, dottori e
chirurghi. Una voce dentro mi diceva vai a farti
vedere
, ma non la volevo sentire. Chissà come sarebbe finita la mia
storia se avessi continuato a fare orecchie da mercante. Mi rendo conto -
tutto sommato - di aver subìto un intervento banale, ma è stata comunque una
storia che mi ha fatto capire diverse cose, e mi ha fatto
crescere. C'è voluto del tempo per uscirne al 100%. Il chirurgo mi
ha detto che col passare del tempo la cosa sarebbe sicuramente peggiorata,
con infezioni e via dicendo.
Voglio dire a tutti quanti di non aver timore della cura, ma della
malattia. Non abbiate paura delle siringhe, dei medicinali, delle operazioni:
l'ansia è normale, ma non sfuggite ai medici. Lavorano tutti i giorni per
preservare la vostra salute. Io vi auguro davvero con tutto il cuore di non aver
mai bisogno degli ospedali, ma se dovesse succedere, spero che vi capiti un
medico uguale al mio, che è sempre gentile e disponibile, riceve agli orari più
impensabili, ti spiega con parole umane cos'hai, ti parla ed è simpatico. E' un
grand'uomo, lo ammiro per quello che fa e per l'impegno che ci mette. Questa
mattina, alle 7, l'ho visto, anche oggi aveva la sua sfilzia di interventi da
fare, tutta la gente in pigiama che prima o poi sarebbe dovuta entrare in sala
operatoria come è successo a me un mesetto fa. E lui era lì, che uno alla volta
riceveva tutti, medicava questo o quello. Buon lavoro, dottore!!!
Sono retorico, lo so, ma domani, tornerò al Passo del
Penice, ricordando quel giorno, ormai lontano lontano, in cui per la prima
volta accusai quel disturbo di cui solo oggi mi sono davvero liberato! Auguri a
tutti voi!