Devo soffrire di allucinazioni: quasi ogni mattina,
quando esco dalla metro, vedo un tizio che è a metà strada tra Davide Mauri
ed un mio amico, Matteo, detto "Il Ghim
" (soprannome
che si perde nella notte dei tempi). Appena il tempo di chiedermi cosa ci
faccia lì, poi questo prende e va via...mah...perchè non mi capita di vedere
invece una via di mezzo tra Vanessa Incontrada e Vanessa Gravina? Si vede che ho
un debole per le Vanesse?
A parte questi discorsi frivoli, volevo fare
una considerazione. Di solito si pensa ad Internet come allo strumento di
comunicazione più democratico che ci sia, perchè ognuno può dire quello che
vuole, è possibile trovare pensieri di sinistra e di destra, possiamo leggere opinioni di chi sta dalla parte opposta rispetto a noi.
E, se ci fate caso, il fatto che su Internet si legge,
invece di ascoltare, rende in qualche modo migliore la comunicazione stessa, più degna
di nota, più apprezzabile.
Quello che a me piace del Web in genere è la
maggior considerazione di ogni singola persona. Fate un attimo di mente
locale: provate ad entrare in un bar, in un ipermercato, o in qualsiasi luogo
affollato. Sentirete decine e decine di persone che parlano fra loro. Provate ad
imbastire un dialogo con 3-4 persone contemporaneamente: i discorsi si
accavallano, si intrecciano, c'è chi tende ad alzare la voce per farsi sentire,
c'è chi se ne sta zitto. A volte stiamo già rispondendo ad una domanda
mentre l'altro sta ancora parlando. Poi, dai, diciamola tutta: non tutti hanno
dialettica, o capacità di dire in
2 parole quello che pensa, c'è chi è scontroso, e così via.
Anche se tutto questo ha un suo fascino, su Internet diamo retta ad
una sola persona alla volta
, e questa
persona ha la nostra attenzione. Se adesso state leggendo questo post, state
leggendo Igor Damiani, e nessun altro. Anche se per pochi attimi, mi state
ascoltando, mi state leggendo. Fra due minuti, starete ascoltando Simone, Fabio, Davide, Luca, Claudio, etc.
etc. Ma, notate bene, una persona alla volta. Questo IMHO ha per diretta
conseguenza che ci si ricorda meglio delle persone, le si focalizza di più, si
presta maggior attenzione a quello che dicono gli altri.
Questa è vera democrazia.
Tutti, uno
alla volta, e con un minimo di attenzione.