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Progetto di setup...linee guida

Come avrete probabilmete capito da un mio post precedente, in questo periodo sono alle prese con la "costruzione" del pacchetto di setup di un'applicazione, sviluppata per l'azienda per la quale lavoro, giunta al termine della sua fase di test.

In questo periodo (da un po' a dir la verità) si parla tanto di architettura del software, anche Andrea lo ricordava presentando i "suoi" webcast per architetti ("mamma" Microsoft se ne sta accorgendo sempre più)...è vero, senza un buon disegno architetturale un'applicazione barcolla fin dai primi gemiti e, eufemisticamente parlando, ha un grossissimo rischio di cadere ad ogni passo che fa; per non parlare dell'enorme difficoltà che avrà nella sua fase di crescita.
Un'applicazione "correttamente disegnata e strutturata" (ovviamente la perfezione non esiste, ma bisogna cercare di avvicinarsi sempre più) fin dalla sua fase embrionale, nasce già solida e non risente, o meglio l'impatto è contenuto, di modifiche e accorgimenti successivi...

Fissato questo importante concetto, del quale gente più preparata di me sta puntando da parecchio tempo, volevo sottolineare come il progetto di setup ricopre comunque una parte importante nel corso della vita di un'applicazione. Pensiamoci un attimo...l'utente finale, almeno a prima vista, non sa quanto bene possa essere stata strutturata l'applicazione e quanto robusta e sicura possa essere. Il primo impatto, il primo scontro tra il "nostro mondo" e il modo reale è proprio durante l'installazione dell'applicazione. Quanto più l'installazione è curata, semplice e facilmente adattabile alle esigneze dell'utente finale, tanto più la prima impressione di ciò che abbiamo "creato" è positiva...e come mi ripeteva sempre mio nonno, "...chi ben comincia è a metà dell'opera...".
Un problema nella fase di setup, si ripercuote negativamente sulla prima impressione che l'utente si fa del nostro prodotto. Questo non vuol dire che ogni applicazione deve potersi installare su qualunque macchina senza dare problemi...un buon progetto di setup deve saper gestire le possibili configurazioni delle macchine su cui si cercherà di installare l'applicazione ed, eventualmente, avvisare l'utente della mancanza di alcuni prerequisiti.
Come una buona interfaccia utente, accativante, ma al tempo stesso semplice e concreta, attira l'attenzione dell'utente, così anche l'interfaccia del "pacchetto di setup" deve essere curata e di facile comprensione. Deve, soprattutto, consentire all'utente di poter intervenire su ogni scelta possibile...dalla directory di installazione, al disco, alle eventuali tipologie di installazione (minima, tipica, personalizzata, completa)...non è bello sentirsi costretti a delle scelte obbligate, indirizzati sì, ma obbligati no!
Un buon progetto di setup deve consentire all'utente di poter disinstallare altrettanto semplicemente l'applicazione mediante il pannello di controllo...anche questa feature consente all'utente di sentirsi libero. Una facile disinstallazione è un segnale forte che si da all'utente, un segnale di quanto poco invasiva sia la nostra applicazione sul suo sistema operativo e sul suo computer.

Per non tediarvi troppo a lungo su queste mie considerazioni, per me comunque importanti, vi lascio un link  ad un articolo tecnico di casa Microsoft nel quale vengono tracciate le guidelines di un buon progetto di setup (in questo articolo lo scopo è quello di promuovere il raggiungimento dei prerequisiti per registrare un'applicazione con il logo "Certificato per Microsoft Windows"...poco male)

...sovvertiamo le gerarchie...
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posted on martedì 31 ottobre 2006 02:03 Print