Caso Google-Vividown: Inizia il processo a Internet

Ieri a Milano si è tenuta la prima udienza del processo penale che vede coinvolta Google per il caso del video riguardante degli atti di bullismo su un ragazzo down, pubblicato su Google Video.

Indipendentemente dall’episodio, questo processo non è solo un semplice procedimento giudiziario contro una multinazionale, ma è un vero processo ad internet e al suo sistema.

Infatti, sotto processo non ci sono solo i 4 importanti dirigenti di Google, ma tutti i provider di servizi in rete che, in caso di condanna di Google, si ritroveranno il primo precedente giurisprudenziale a riconoscerli responsabili penalmente dei contenuti pubblicati sui loro spazi da parte degli utenti.

Tutti gli occhi del mondo reale e  virtuale sono puntati su questo processo, in quanto non ci sono precedenti in altri Paesi Occidentali, nè tanto meno regolamentazioni specifiche (come più volte evidenziato anche in alcuni miei post); pertanto si ha la sensazione che l'esito di questo procedimento condizionerà il futuro di Internet, non solo in Italia.

Questo è il motivo per cui in questi giorni l’attenzione delle più importanti testate giornalistiche occidentali, come il New York Times, è stata elevatissima nei confronti del processo.

Restiamo quindi alla finestra ed osserviamo quello che succede, con la consapevolezza che le sorti delle realtà come YouTube, Wikipedia e Facebook sono a repentaglio, qualora i dirigenti di Google vengano condannati.

Ma non disperate! A difendere  la multinazionale ci sono due grandi esperti di diritto delle nuove tecnologie, gli Avv.ti Giuliano Pisapia e Giuseppe Vaciago.

posted @ mercoledì 4 febbraio 2009 04:08

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Comments on this entry:

# re: Caso Google-Vividown: Inizia il processo a Internet

Left by raffaeu at 04/02/2009 18:01
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E' semplicemente incredibile. Lo strumento internet e' aperto e senza controllo e sappiamo bene perche'. Non vedo cosa si possa imputare a Google se non quello di aver semplicemente fatto da host al video. A questo punto Facebook e YouTube dovrebbero essere chiusi da tempo ...
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