Fenomeno wiki e diffamazione: qual'è il prezzo da pagare?

Torna alla ribalta in Italia il tema relativo ai contenuti di carattere diffamatorio inseriti su siti wiki e delle relative responsabilità.
Infatti, dopo il caso scoppiato nel 2007 che ha visto il giornalista Del Papa accusare Wikipedia di contenere notizie diffamatorie sul suo conto, nelle settimane scorse anche il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, e l'assessore Graziano Cioni hanno dato mandato di querelare la più famosa web-enciclopedia per diffamazione e calunnia.
La suddetta azione si sarebbe resa necessaria a causa della pubblicazione su Wikipedia di una bufala, peraltro già oggetto di una precedente azione giudiziaria.
Tale nuovo episodio balzato agli onori della cronaca, deve essere una occasione di riflessione sul fenomeno wiki.
La possibilità data agli utilizzatori di inserire contenuti nei siti wiki si sta dimostrando una sensazionale occasione per creare cultura e renderla accessibile a tutti gratuitamente.
Tuttavia non si possono non evidenziare i rischi di trasformare questa fantastica opportunità in uno strumento per ledere i diritti altrui.
Infatti, il libero inserimento di contenuti senza una preventiva verifica sulla veridicità degli stessi e sull'attendibilità dell'autore dell'inserimento da parte dei gestori del sito è la base della cultura wiki. Tale filosofia, però, presta il fianco a rischi e responsabilità giuridiche qualora le informazioni pubblicate non si dimostrassero veritiere o peggio fossero diffamanti.
Pertanto è lecito chiedersi:
-può bastare la cancellazione delle informazioni pregiudizievoli e la messa a disposizione degli indirizzi IP per rintracciare l'autore (policy adottata da Wikipedia) a esentare un sito wiki da qualsivoglia responsabilità in merito ai contenuti dallo stesso sito pubblicati?
-Il danno cagionato a soggetti diffamati attraverso un sito wiki è esclusiva responsabilità di chi scrive informazioni diffamanti o anche di chi fornisce visibilità a tali informazioni?
-I rischi di informazioni diffamatorie è il giusto prezzo da pagare in nome della "cultura libera"?
Domande alle quali è facile trovare una risposta sotto il profilo giuridico, ma non certo sotto il profilo etico-filosofico.  
 

posted @ giovedì 27 marzo 2008 16:17

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