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Thinking in sharp architectures
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Più metodo, meno tecnica

In questi (pochi) giorni di vacanza mi sono fatto mentalmente un primo semplice bilancio di questi 4 mesi di lavoro a capo di una micro-società di consulenza IT (io ed il mio socio non facciamo solo sviluppo sw).

Ne ho sentito il bisogno per due motivi molto banali: le ovvie differenze che ci sono con un lavoro di tipo dipendente e il primo momento di relativa calma dopo un inizio in cui abbiamo per forza di cose dovuto mettere in piedi operativamente il nostro spazio di lavoro (e capire alcuni meccanismi gestionali che prima mi erano del tutto sconosciuti).

Non ho voluto coscientemente fare una riflessione approfondita, non mi sembrava il caso dopo soli 4 mesi, non ho ancora le idee del tutto chiare, mi sono concentrato su quelle che sono emerse essere le necessità primarie.

Per la prima volta ho cercato di pensare non come un tecnomaniaco, ma come un "fornitore" di servizi a valore aggiunto. Avere un approccio all'analisi che si promettesse come obiettivo il "value-up".

Ebbene, il titolo di questo post è, riassumendo come farebbe un titolo di giornale: più metodo, meno tecnologia.

Probabilmente sto maturando quel passo avanti nella mia carriera professionale che attendevo da tempo e che purtroppo il lavoro precedente non mi ha potuto fornire (una delle motivazioni per cui ho cambiato totalmente apporccio alla mia vita professionale). Non sapevo in che direzione avrei voluto muovermi, ma sentivo che fosse arrivato il momento di andare avanti.
Ora credo di aver focalizzato tutto ciò.

Non voglio essere frainteso: non mi sarà mai possibile, finchè lavorerò nel campo dell'IT (perchè mai dire mai...), abbandonare l'evoluzione tecnologica, l'innovazione e la ricerca, mi sembra scontato questo. Ciò che intendo è che l'approccio alla tecnologia deve necessariamente essere filtrato attraverso un metodo, una disciplina. Per dirla alla OO, tramite una chain of responsability che abbia come ultimo anello la tecnologia.

Troppo spesso in passato le mie scelte sono state dettate dall'onda dei prodotti con cui solitamente lavoro, lasciando in disparte la domanda più importante, quella del valore fornito e percepito.

Questi 4 mesi di approccio al cliente totalizzante, mi ha fatto intravedere quanto sia molto più importante la percezione che egli ha della figura del fornitore di un servizio di consulenza che possa risolvere un problema oggettivo, di qualsiasi altra considerazione egli possa fare su di me.
Parlare di "professionista" significa parlare di affidabilità e di valore, due termini che si sposano malissimo con la ricerca virtuosistica dell'early adoption.

Ho quindi deciso di concentrarmi sul mio lavoro, definendolo con maggiore precisione, non tanto affermando che cosa io voglia essere (dopo 4 mesi sarebbe pretenzioso), ma identificando quello che non voglio essere, o meglio, quello che non posso essere. Ho definito quelli che sono i miei limiti (banalmente anche solo temporali considerando anche la mia vita familiare) in modo da poter esaltare ciò che sta entro questi limiti, così da poter offrire in futuro maggior valore ed affidabilità a chi vorrà lavorare con me.

Nella lista di quello che non sono ci stanno cose come un evangelist o un early early adopter (insomma non un CTP guy, piuttosto un prudente Beta2 guy). Ne deriva che di qui in avanti mi concentrerò nell'aggregare le fonti di informazione più disparate (molti più di quanto stia facendo oggi), con l'obiettivo di individuare il momento giusto per adottare una nuova tecnologia in maniera funzionale agli obiettivi di affidabilità e valore, cercando di offrire anche alla community una visione curiosa e critica delle molte posizioni di cui verrò a conoscenza (sto pensando al wiki e alla Rubriki ovviamente).

Lo so che queste considerazioni sono quasi banali, ma devo riconoscere che aver focalizzato scientemente questa posizione, mi ha reso più tranquillo, in qualche modo consapevole. In effetti devo essere sincero: da qualche tempo a questa parte soffrivo un po' di "ansia da prestazione" (in senso informatico ovviamente...) e non capivo bene perchè: si trattava della preoccupazione di non riuscire a padroneggiare in maniera soddisfacente tutte le nuovissime tecnologie in uscita in questo ultimo anno, alla continua ricerca della impossibile completa sincronizzazione con tutto ciò che popola l'universo MS.

Un'ultima nota: affidabilità e valore sono diffcili da raggiungere, in particolare perchè non sono i miei i parametri di misurazione, sono quelli di coloro che si affidano alla mia professionalità, e se c'è qualcosa di veramente difficile è proprio capire l'altrui punto di vista, cosa che ha la priorità per me adesso. Riuscire in questo obiettivo non può essere realistico se non viene utilizzato un approccio metodologico al problema che viene posto. Su questo non ho dubbi.

saluti

Print | posted on giovedì 4 gennaio 2007 13:27 |

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# re: Più metodo, meno tecnica

quoto+
04/01/2007 15:58 | M.rkino
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