http://www.charlespetzold.com/etc/DoesVisualStudioRotTheMind.html
Considerando che Petzold sta chiaramente nella categoria dei miti e che dice sempre cose molto serie vale la pena leggerlo.
In sostanza tra quello che è l'ambiente di sviluppo ed il programmatore si sviluppa una vera e propria simbiosi ed il risultato è che spesso il modo di scrivere il codice dipende direttamente dal tool. Se per esempio prendiamo l'intellisense è talmente comodo che ci porta a scrivere codice in maniera molto sequenziale, perchè si fa decisamente prima a fare control-space per avere le proprietà di una classe, quindi magari ci accorgiamo che manca una proprietà ed invece di continuare a lavorare con il nostro algoritmo (su cui magari stavamo ragionando da mezz'ora) usciamo dal flusso, aggiungiamo la proprietà e ricominciamo, cosa che magari ci fa perdere un ragionamento. O anche il dibattito se sia meglio una programmazione bottom-up o top-down ci viene risolto alla radice, per usare l'intellisense l'unico modo di lavorare è bottom-up.
L'articolo è zeppo di esempi, alcuni dei quali decisamente non banali, e devo dire che mi ha colpito, tanto che stamattina ho fatto un esperimento ed invece di usare Visual Studio per scrivere un po di codice (una roba banale di localizzazione, nulla di assolutamente complesso ma comunque il risultato sono un centinaio di righe di codice) mi sono forzato ed ho usato solo UltraEdit (no, Notepad mi sembrava eccessivo), usando Visual Studio solo per compilare. E devo dire che alla fine non credo assolutamente di averci messo di più, ma invece di fare "nomevariabile-punto" e scrollarmi tutti i metodi per trovare quello più utile mi sono letto esattamente cosa facevano le cose che usavo su MSDN. E credo che questa cosa la farò almeno una volta al mese, perchè mi sembra utile.
Lettura consigliatissima comunque...
posted @ venerdì 28 ottobre 2005 00:02