Quand'è che sono io davvero che rispondo male, e con un po' di arroganza, alle persone? Quando mi vede discutere, mio padre dice che assomiglio tantissimo a mio nonno, che era un po' iroso e si faceva appassionare dal discorso. Mi capita qualche volta di discutere su argomenti che non sono matematicamente dimostrabili, e di conseguenza le discussioni sono piuttosto prolungate, perchè ciascuno la pensa a suo modo e continuiamo a ribatterci un punto di vista o l'altro. Credo che così facendo trasmetto un'immagine un po' negativa di me. Mi sento un tipo allegro, magari un po' permaloso, ma se c'è una cosa che mi fa venir voglia di dire la mia è quando sento dire una cosa che va assolutamente contro i miei principi e tutto quello in cui credo. Lorenzo una volta mi ha detto che lui non mi ritiene umile: ci sono rimasto male. Credo che di me risalti soprattutto il fatto di non essere umile perchè rispondo sempre alle provocazioni, o alle osservazioni che mi vengono fatte dai commenti. Ci sono molti post sul mio blog che tradiscono il mio modo un po' provocatorio di pormi, e quando ricevo osservazioni alle quali non sono d'accordo, rispondo sempre per le rime. Però ritengo giusto ribadere le mie idee, spiegarmi meglio e chiarirmi. L'altra sera, in un'intervista TV, il tizio si è rifiutato di rispondere ad una domanda perchè..."se dicessi qualcosa, mi servirebbero dopo altre 20.000 parole per spiegarmi meglio". Questa frase si avvicina molto a quello di cui parlai una volta, cioè che il post perfetto non esiste: quando decido di cliccare Publish su Live Writer, sono assolutamente convinto di aver dato il meglio di me, e qualche volta accade che non è così. Da qui partono altri commenti, chattate sul Messenger e via dicendo, che aggiungono - magari - ulteriore carne al fuoco.
Ma allora - mi chiedo io - è meglio starsene zitti? No, mai. Toglietemi tutto, ma non la mia voglia di parlare. Posso anche dire cose strane, fuori dal comune, folli, assurde o come diavolo volete definirle voi, ma non mi toglierete mai la mia passione per la scrittura. Sul mio blog. Sì, certo, anche se questo finisce sul Muro. Io me lo immagino, mio nonno, classe 1915, che alla mia età discuteva con i suoi coetanei delle cose che gli passavano per la testa. Nonno, sappi che questa cosa rivive oggi in me, a volte su Internet, e ancora più spesso con la mia voce. Lo sanno bene mio fratello, i miei genitori, i miei colleghi, i miei amici ed amiche più vicini...quando una cosa mi appassiona, non la mollo più. E non è l'unica cosa che mio nonno mi ha tramandato (a parte il primo nome che solo alcuni di voi conoscono): quando finisco di mangiare devo togliere il piatto vuoto davanti a me, perchè devo avere lo spazio per muovere ed appoggiare le braccia. :-)
Ehhhh, nonno....siamo così lontani nel tempo....ma le cose buone non passano mai.