Nel mio post di ieri avevo accennato ad Aurora
XAML Designer, un software che permette di disegnare le Windows Forms usando le
tecnologie correlate a WPF. Beh, ieri sera l'ho provato ed effettivamente
funziona. Cioè, scelgo le dimensioni della form, posiziono i classici
controlli (Button tanto per dirne una). Da notare che Aurora non solo fa quello
che dice, ma è stato sviluppato esso stesso con WinFX + WPF.
Ma forse è questa qui la sua pecca maggiore: dopo alcuni minuti di utilizzo
(~10) diventa davvero troppo, troppo lento. Non
si capisce più quanto l'applicativo sta facendo qualcosa, oppure sta aspettando
qualcosa da noi. Ho dato un'occhiata al task manager (in questa settimana ho la
fissa del task manager, lo so) e ho visto che è arrivato ad occupare qualcosa
come 170Mb
. Ehm, qualche memory leak di
troppo?
Sono dell'idea che non ci dobbiamo lamentare troppo: si tratta di un prodotto freeware, in beta,
così come è ancora in beta tutta l'architettura WinFX + WPF. Quindi, ripeto,
siamo/sono fin troppo fortunati ad avere questo tool per creare XAML senza
troppe storie. Ma io qualche risultato l'ho ottenuto lo stesso.
Usando la documentazione dai links segnalati ieri, ho
creato con Notepad Enterprise Edition un bel XAML scrivendo i tag a mano
(eehh, che bei tempi, erano quelli!), sono riuscito a creare una Windows
Forms con qualche button e qualche handler per gestire il click.
Effettivamente, come mi aveva suggerito Corrado
qualche giorno fa, ogni file XAML ha (opzionalmente) una classe associata
(code-behind) che contiene tutto il codice che vogliamo (tra cui gli handler e
così via). La classe in questione deve essere partial. Ovvio che se una
form non ha bisogno di codice, non ha alcun code-behind. Ok, la smetto,
altrimenti poi al workshop salta fuori che si perde gran parte dell'effetto
sorpresa.
L'impressione, comunque, che ho avuto nell'usare Aurora,
ed in generale WinFX + WPF, è di avere applicazioni quasi PDF , cioè...come dire...attente graficamente alla
leggibilità e all'estetica, ecco. Vabbè, magari è questione di abitudine.
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