Ho appena finito di scrivere un commento all'ultimo interessante post di Andrea Boschin sul suo blog. Nella mia lunga elucubrazione sono giunto ad una conclusione che mi sembra meriti un post dedicato.
Riguarda una di quelle lezioni di vita professionale che ho imparato in questo anno e mezzo di attività professionale autonoma.
Bisogna necessariamente imparare a dire di NO.
Ovviamente é necessario imparare a farlo con metodo: ci vuole gentilezza, fermezza, una dose di attitudine professionale nel farlo, nel momento giusto.
Ho scoperto che è veramente molto molto difficile imparare a dire di no, soprattutto perchè nella maggior parte delle persone è innato esattamente il contrario, ovvero la tendenza a minimizzare, a comunicare la fattibilità totale e scevra da problemi di sorta di quasi tutte le questioni sul tavolo.
Tutto questo é (molto) _MALE_ perchè coloro che ascoltano tendono inevitabilmente a credere che sia effettivamente così, quando sappiamo benissimo che non lo é, ingenerando un senso di allarmismo diffuso nel momento in cui le cose non vanno esattamente come avevamo detto.
L'equilibrio dialettico é molto molto difficile da raggiungere, soprattutto di fronte ad un auditorio eterogeneo, ovvero é sempre dietro l'angolo il rischio di apparire lamentosi, poco costruttivi, o coloro che remano contro. Credo che sia un'arte molto difficile da padroneggiare quella del diniego, io stesso non sono per nulla ancora naturale nel farlo, ma comunque sono certo della assoluta necessità di doverla assimilare.
Io stesso in passato mi sono trovato nel mezzo di progetti disastrosi non per incapacità tecnica, bensì per paurose sottostime delle difficoltà di realizzazione, semplicemente perchè nessuno al momento giusto ha detto di no. Purtroppo, almeno qui in Italia, è veramente difficile dire di no, pena il rifiuto del cliente a continuare la trattativa iniziale, come se ci fosse una velata minaccia nel dover rispondere sempre e comunque "sissignoresignorsì".
Probabilmente prima o poi fallirò, ma vorrebbe dire che é ora di cambiare lavoro, che questo lavoro non farebbe più per me, perchè vorrebbe dire vivere costantemente un'esperienza professionale piena di tensioni e di perenni ritardi.