Il fenomeno dialer sembra ancora lontano dall’essere sconfitto, infatti dopo le migliaia di persone che, bollette esorbitanti alla mano, denunciavano frodi da parte di gestori di numeri col prefisso 709 o con prefissi internazionali negli anni passati e la lotta apertamente dichiarata da parte dello stato attraverso l’Authority delle Comunicazioni, si è giunti a un altra battuta d’arresto, dopo le archiviazioni da parte della Polizia Postale di 7000 esposti dell'aprile scorso.
E’ in effetti notizia di qualche giorno fa che il Procuratore Capo della Repubblica di Viterbo ha chiesto l’archiviazione per le denunce presentate da circa 2000 utenti Telecom Italia truffatti proprio dai dialer.
La decisione del magistrato è stata motivata col non ritenere gli utenti vittime di truffa, bensì di errori o imperizia da parte degli stessi utenti.
Ma la legislazione italiana come affronta il fenomeno dialer?
A disciplinare questa materia ci ha pensato l’Authority delle Comunicazioni con l’emanazione di un regolamento nel quale dava legalità ai dialer, ma a condizione di dare un informativa chiara sulle modalità e i costi della connessione. Quindi pugno di ferro nei confronti di artefici e inganni nei confronti degli ignari utenti o, peggio ancora, silenziosi e fraudolenti cambi di connessioni.
Ed allora ci chiediamo: come si inserisce la decisione controtendenza della Procura di Viterbo che colpevolizza gli utenti truffati?
E’ giusto chiarire che bisognerebbe entrare più nello specifico di ogni singolo caso, dei 2000, affrontato dalla Procura di Viterbo per dare un giudizio più approfondito, qui ci limitiamo a constatare una decisione fuori dal coro che potrebbe creare un precedente “pericoloso” nella lotta ai dialer.
La vicenda ha riacceso i riflettori sull’argomento (tanto da diventare l’oggetto di una puntata di “Mi manda RaiTre” la settimana scorsa), facendo riemergere la situazioni di stallo di migliaia di utenti Telecom, vittime di dialer, che non sanno ancora, a distanza di molti mesi, quale sarà il loro destino e quello delle loro esorbitanti bollette.
Tra questi utenti c’è chi si è visto congelare la bolletta, chi l’ha pagata ugualmente in attesa di rimborso e chi aveva subito anche l’interruzione del servizio per mancato pagamento. Insomma chi più ne ha, più ne metta!
Tutto ciò ci porta a constatare, forse, un calo di attenzione sull’argomento nell’ultimo periodo, come spesso accade in questo paese, ma è chiaro che il fenomeno non è sconfitto (anche se nell’ultimo anno si è attenuato grazie al propagarsi della ADSL), augurandoci che la decisione della Procura di Viterbo non diventi regola, ma si torni a un pugno di ferro, giusto strumento per combattere ogni intento fraudolento.
posted @ sabato 16 ottobre 2004 16:02