Qui ne parla la La Repubblica, qui l'articolo originale di Newsweek.

Quoto un pezzo IMHO molto interessante...

In gran parte delle aziende del mondo non si parla del proprio lavoro, nemmeno davanti alla macchina del caffè. Proibito o perlomeno non gradito dai vertici, che temono la fuga di notizie. A Google dicono che in questo modo le fughe di notizie da loro sono ridotte quasi a zero e che la fedeltà degli impiegati aumentata.

Qui rischiano proprio di aver ragione. Perch la più democratica e "buona" delle aziende del mondo - uno dei comandamenti interni resta "don't be evil", "non essere malvagio", ma anche "non fare del male" - resta la più opaca se vista dall'esterno. Nessuno sa nulla della sua tecnologia, e delle sue finanze si sa giusto quello che viene detto in occasione delle comunicazioni ufficiali e dovute per legge.

E le ombre? Schmidt e Varian ne elencano molte e una molto concreta: la "tecno-arroganza", l'idea che la cultura interna sia migliore di ogni altra, che rischia di far velo alla concretezza e al senso di eguaglianza col resto del mondo. E poi il rischio di diventare come tutti gli altri, la "maturazione". I due illustri autori non lo dicono, ma forse pensano al fatto che anche Google in Cina ha piegato la testa di fronte alla censura della autorità.

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