Parliamo di post-produzione.

Molti si vantano di non modificare in alcun moodo il file della foto rifiutando qualunque tipo di post-produzione.

Pensano in questo modo di essere dei fotografi 'puri' e di non alterare l'immagine facendola diventare una cosa diversa da una fotografia, in altre parole di comportarsi come si faceva quando si usava la pellicola

A mio modesto pare è un grosso sbaglio per vari motivi.

1) Non sfruttano le potenzialità del mezzo che hanno pagato
2) Non è vero che quando si usava la pellicola non si faceva post-produzione, per dimostrarlo proverò ad elencare una serie di azioni del fotografo analogico e le corrispondenti azioni del fotografo digitale.

Scelta della pellicola

 Foto analogica:
 Le pellicola non sono tutte uguali, segliere una pellicola piuttosto che un'altra influenza enormemente il risultato finale. Una pellicola per diapositive Kodak è diversa da una Fuji, all'interno delle marche i vari tipi di pellicola danno risultati diversi, colori diversi, saturazione diverse, grana diversa etc etc.

A questo punto qual'è la 'vera' foto, quella realizzata con la dia Fuji ultrasatura o quella con la Kodak che rende meglio l'incarnato?
E' pellicola, ma le foto sono diverse, quindi qualcuno ha alterato il risultato.

Foto digitale:
 Il sensore non può essere cambiato, ma si possono cambiare tanti parametri per adeguare la situazione al risultato che si desidera.
Possiamo cambiare la saturazione, la nitidezza, il contrasto, il profilo colore, al sensibilità etc.

Laddove un analogico sceglie una pellicola il digitale sceglie uno o più parametri

Sviluppo:
L'analogico se usa pellicola negativa sceglierà il tipo di bagni chimici, la temperatura e la durata delle varie fasi si sviluppo; con questo influenzando grandemente il risultato finale. Se usa diapositive si affiderà ad un laboratorio piuttosto che ad un altro nella speranza che i bagni siano freschi e i processi siano eseguiti a regola d'arte. In ogni caso finita la fase di sviluppo non si potrà più tornare indietro e avere ripensamenti.

In digitale, se si scatta direttamente in JPEG lo 'sviluppo' viene eseguito dalla macchina fotografica sulla base delle impostazioni dei vari parametri e il risultato finale sarà definitivo, nel senso che non si potrà tornare indietro e modificare i parametri. Tutto questo è molto simile allo sviluppo di una pellicola negativa.
Se si lavora in formato RAW la macchina fotografica registra le informazioni grezze raccolte dal sensore e le informazioni sui parametri scelti dal fotografo, ma NON sviluppa la foto.
Questo processo sarà eseguito su PC dal software apposito. I risultati sono migliori, perchè la potenza di elaborazione del PC è migliore di quella della macchina fotografica e quindi il software può usare algoritmi migliori rispetto a quelli utilizzati dalla macchina fotografica quando si scatta direttamente in JPEG.
Ma il grande vantaggio è che è possibile 'sviluppare' l'immagine tutte le volte che si vuole, dato che i dati grezzi non vengono mai alterati e che ad essi è possibile applicare parametri diversi di volta in volta.
Questa possibilità non esiste nell'analogico ed è un grande vantaggio del digitale.
In pratica è come se potessimo decidere il tipo di pellicola 'dopo' aver scattato la foto

Stampa:
In analogico la fase di stampa comporta la scelta del tipo di carta, più o meno contrastata, la mascheratura di alcune zone del negativo per nascondere o evidenziare alcune parti della scena, la scelta del taglio dell'inquadratura, la scelta del tipo di bagni, la loro temperatura, la durata degli stessi sono altri fattori che modificano profondamente il risultato finale.
Nel caso di diapositive i parametri di lavoro sono molto più limitati e si riducono alla scelta del proiettore, della sala di proiezione e del tipo di superfice su cui proiettare.
In ogni caso il risultato finale non sarà mai univoco e immutabile.

In digitale si ripresentano le stesse opportunità di elaborazione, cambiano gli strumenti, ma non le cose che andremo a fare.
Sceglieremo il contrasto, renderemo più chiare o più scure le varie zone delel foto, sceglieremo una stampante piuttosto che una altra, un tipo di carta piuttosto che un altra.
Visualizzeremo le foto su uno schremo al plasma, o su un CRT o su uno schemo a cristalli liquidi.

In ogni caso le scelte che faremo modificheranno il risultato finale.

Tutto questo per affermare che il momento dello scatto è solo l'inizio di un processo che porterà alla creazione della fotografia e che il risultato finale sarà influenzato dalle scelte che faremo, non esiste la fotografia 'perfetta', quella che rappresenta la realtà in maniera oggettiva e assoluta, è sempre un'interpretazione che daremo a quello che abbiamo visto.
Questo è sempre stato vero con la fotografia analogica e lo è oggi con quella digitale.

Sono cambiati gli strumenti, ma di fatto, non è cambiato il processo con cui si realizza una fotografia.

Carlo

posted @ lunedì 9 luglio 2007 01:36

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