Utilizzo di embrioni per la cura di malattie. DPR 7 aprile 2005
art. 12, comma 7, limitatamente alle parole:
«discendente da un'unica cellula di partenza, eventualmente»;
art. 13, comma 2, limitatamente alle parole: «ad essa collegate volte
alla tutela della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso, e qualora non
siano disponibili metodologie alternative»;
art. 13, comma 3, lettera c), limitatamente alle parole: «di
clonazione ediante trasferimento di nucleo o»;
art. 14, comma 1, limitatamente alle parole: «la crioconservazione
e».
In altre parole si chiede se si vuole abrogare la legge che si oppone all'uso di cellule embrionali a scopi scientifici.
Le ragioni del si puntano sulla possibilità di effettuare nuovi tipologie di ricerche scientifiche sull'embrione, già diffuse all'estero, che permetteranno di aiutare la ricerca per la cura di malattie come l’Alzheimer.
Cito:
La legge accoglie una preoccupazione quasi universale nei confronti della clonazione umana, e per tale motivo vieta espressamente ogni tentativo volto alla creazione di un individuo geneticamente identico ad un altro. La frase che si vuole abolire impedisce – di fatto – anche la possibilità di ricorrere alla cosiddetta “clonazione terapeutica”. Questa consiste in un processo in grado di produrre cellule staminali totipotenti, da utilizzare ai fini della ricerca scientifica, senza passare attraverso la fase di produzione dell’embrione ( Inteso come prodotto derivante dalla fusione e sviluppo del patrimonio genetico dei gameti maschile e femminile). L’abrogazione della frase “…discendente da un’unica cellula, eventualmente…” pur mantenendo il divieto di clonazione umana consentirebbe – in sintonia a quanto già avviene ad esempio in Gran Bretagna – di ricorrere alla produzione di linee cellulari staminali mediante la tecnica del TNSA, proposto dal premio Nobel Renato Dulbecco ed ampiamente utilizzato all’estero.
Le ragioni del no puntano sul fatto che tali ricerché sono del tutto teoriche e non hanno fondamenti scientifici, e sul valore della dignità dell'Embrione.
Cito:
!vorreste voi uccidere alcuni, deboli ed indifesi che non sono adulti formati, affinché alcuni adulti malati - forse, poiché non possediamo una certezza scientifica ma una speranza, cioè una fede scientifica - possano, non immediatamente, ma in un futuro lontano, guarire? Vorreste voi in nome della ricerca scientifica sopprimere e usare il più debole? Pensate voi che il prezzo della libera ricerca valga la soppressione della vita umana? Vuoi tu legittimare una mentalità selettiva del genere umano che in futuro potrebbe interessare anche gli adulti "deboli"?"
Come al solito è tutto poco chiaro.
Dopo varie ricerche, domande, riflessioni, e chi più ne ha più ne mette,
credo di poter spiegare il primo quesito così:
Abrogare le "parti" della legge in
questione pemetterà di poter eseguire nuove tipologie di ricerche di cui "oggi" non si
hanno le conoscenze necessarie per stabilire se porteranno a qualcosa o meno (visto
i pareri contrastanti di eminenti uomini di scienza).
Quindi la questione si concentra su una domanda: "cos'è per noi
l'Embrione?" Penso che in base a questa riflessione possiamo decidere come
votare.
Io voto SI/NO perché...