Potenza dell'incontro di ieri in MS: mi sono reso conto che mi farebbe piacere, dopo un paio d'anni passati a fare disegnini Visio e mandare mail, tornare a pasticciare un po' "pesantemente" sul codice.
Per prima cosa, decido quindi di far (ri)nascere ufficialmente questo blog, che spero riuscirà ad affiancarsi stabilmente al mio blog "generalista" a cui siete comunque tutti invitati (http://ilmugugno.splinder.com).
Rapido commento sulla giornata di ieri: grandiosa! Personalmente credo che il materiale più impressionante sia stato quello presentato da Pierre... in effetti (essendo arrivato totalmente a digiuno su Indigo) non ho capito al 100% come automagicamente il web service si sia trasformato in "altro", però visto che ci ha sbattuto in faccia una intrigantissima demo live: non posso fare altro che richiudermi la mascella pendula e cominciare a scavare un po' più a fondo...
Molto interessante anche la session su WF, anche se forzatamente meno "spericolata", viste le novità portate dall'ultima CTP, e poi Dino Esposito è sempre un grandissimo comunicatore. Credo che sicuramente l'approccio a workflow sia importante per condividere più facilmente una certa vision tra personale IT e analisti funzionali e di organizzazione, che normalmente ragionano "per processi"... insomma in certi casi potrebbe essere davvero il classico uovo di Colombo, che permetterà di evitare molti equivoci e buchi funzionali.
La session su WPF (purtroppo causa neve ho perso la session di chiusura di Rialdi) oltre a essere "di impatto" come la tecnologia che illustrava, mi ha portato a riflettere su un dato che credo abbia connotato trasversalmente tutta la giornata: abbiamo scritto pochissimo codice!
Tutto dichiarativo, tutto disegn-time, editing via notepad di documenti XML (fossero XAML, XOML o .config)... per giungere poi al non plus ultra della demo di Sparkle: alla vista della timeline per le animazioni, un mormorio ha percorso la sala: "ma è uguale a Flash!".
Ora, sganciamoci pure dal caso concreto (d'altra parte Sparkle è dichiaratamente un prodotto per designers) però è vero che l'impressione complessiva è quella di una progressiva accumulazione di layer software, framework, ambienti IDE, eccetera... che sta gradualmente snaturando il nostro lavoro di programmatori e cambiando il panorama degli skill richiesti per la professione: tutto molto bello e molto "RAD", ma sicuramente diventa sempre più difficile coltivare il piacere di andare a scavare tra gli internals di tutti questi meccanismi, per capire davvero come funziona un certo giocattolo. Siamo forse destinati a diventare utilizzatori sempre più inconsapevoli dei nostri strumenti, come un Office-user qualunque? :-)