Me, I’m just a lawnmower, you can tell me by the way I walk
I know what I like (In your wardrobe) - Genesis - Selling England by the pound - 1973
Non mi viene in mente niente di piu' naturale del feedback nella vita di tutti giorni. il nostro corpo stesso si puo' vedere come un aglomerato di ricettori "in ascolto". E la nostra mente ? lo stesso. Hofstadter sostiene (e per quel che vale lo sostengo anche io ...) che riconoscere isomorfismi sia cio' che crea significati nella nostra mente; Hofstadter definisce isomorfismo una trasformazione che conserva l'informazione. Definizione molto lontana da quella matematica ma certamente molto interesante. Osservando la natura appare evidente come il feedback sia una componente fondamentale dell'imparare, non solo inteso come aumento della conoscenza ma anche come interiorizzazione di pattern.
In un progetto software il feedback ha la stessa funzione, e' la guida che ci permettere di correggere la rotta quando qualcosa cambia. Prima si corregge la rotta meglio e'. Uno degli esempi piu' calzanti riguarda la guida di un atomobile, per andare da A a B non si puo' semplicemente "impostare la rotta", la guida e' una continua correzione della direzione, della velocita', ecc ecc. Sostengo anche che se la strada curva e' meglio girare il volante prima di sentire CRASH, se ritenete sia una banalita' spiegatelo a mia moglie per cortesia.
Se da un lato il feedback ci guida e ci spinge a correggere la rotta al passare del tempo, dall'altro ci permette di interiorizzare pattern di approccio a problemi gia' noti. quando guidi riconosci la curva da lontano e inizi una serie di operazioni tipo frenzare, scalare una marcia e curvare praticamente in automatico ... sempre se non sei mia moglie.
Qualsiasi tipo di feedback e' quindi utile in un progetto software, la buona notizia e' che ne esiste uno veramente speciale che si chiama test.
Print | posted on lunedì 29 gennaio 2007 14:55