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  • Questo blog si propone di raccogliere riflessioni, teoriche e pratiche, su tutto quello che riguarda il world-computing che mi sta attorno: programmazione in .NET, software attuale e futuro, notizie provenienti dal web, tecnologia in generale, open-source.

    L'idea è quella di lasciare una sorta di patrimonio personale, una raccolta di idee che un giorno potrebbe farmi sorridere, al pensiero di dov'ero e cosa stavo facendo.

    10/05/2005,
    Milano

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Organizzazione del lavoro: fare assistenza solo online?

Sto prendendo in considerazione l'idea di seppellire il mio numero di cellulare, di attivarne uno nuovo, e di dare questo numero solo a chi voglio io. La riflessione che mi sto facendo in questo periodo è questa.

Ho lavorato per tantissimo tempo come libero professionista sviluppando software e documentazione da solo, software che poi ho venduto (da solo), ho fatto assistenza (da solo), lo facendo manutenzione, etc. etc. Questa metodica di lavoro ha funzionato bene fino a quando non ho cominciato a lavorare come consulente presso diverse società: è dal 2000 che ormai faccio il consulente. Morale della favola: non so più bene come muovermi. Cioè, il 90% del tempo lo passo presso la società (che chiamerò da adesso in poi X) come consulente, mentre il 10% lo passo dai miei clienti diretti per fare il deploy delle releases nuove, per aggiungere funzionalità ai miei software, per risolvere bug, per fare corsi, etc. etc.

Vorrei, francamente, eliminare questo 10%. Mi rende poco, è molto dispendioso in termini di tempo ed impegno, ma la cosa che mi preoccupa di più è che comincio davvero ad avere poco tempo da dedicare a questi miei clienti diretti. Questi sono principalmente nell'hinterland milanese, ne ho uno a Torino, uno a Cremona, etc. Come faccio a garantire la mia presenza presso la società X, quando potrei improvvisamente venir chiamato da un cliente in caso di problemi e devo dare assistenza? Non solo: mentre sono presso la società X i clienti mi chiamano, vogliono assistenza, anche e soprattutto per motivi assurdi (reinstallazione del mio software, per esempio, oppure problemi di rete, oppure con richieste che esulano dai miei compiti di sviluppatore). Il mio ragionamento è: sono uno sviluppatore, non puoi chiamare me per ogni cosa, io entro in discussione solo in rari casi, in caso di bug, modifiche al software, documentazione, corsi, etc. Attualmente parecchi dei miei clienti non sono affatto contenti della mia assistenza, perchè, appunto, il fatto di essere quotidianamente presso la società X non mi permette di essere tempestivo ed efficace nei miei interventi. Inoltre, subisco molto la grossa limitazione nel non poter dire: "Sì, ok, vengo domani e sistemo tutto!". Preciso che nessuno dei miei clienti ha un contratto di manutenzione del mio software.

Ho provato anche a battere la strada: io scrivo e sviluppo il software, qualcun'altro fa l'assistenza. Però nel mio piccolo ho notato un fenomeno di "perdità d'identità". Il cliente finale tende ad identificare il padrone del software non tanto in chi l'ha sviluppato, quanto in chi ci lavora fisicamente su. Quindi, supponendo di avere un developer (DEV), un software (SW), un tecnico (TEC) ed un cliente (CLI)....

Secondo CLI, SW non è di DEV, ma di TEC.

Questo a me non va molto bene, preferirei che il cliente abbia sempre a che fare con me. Sbaglio?

Quindi, sto prendendo in considerazione l'idea di fornire assistenza solo in modo virtuale: oggi esistono Remote Desktop Connection, VNC e tanti altri strumenti per lavorare su un PC anche senza esserci fisicamente davanti. Cioè, dire al cliente: io faccio assistenza, la faccio anche gratuitamente, però mi devi dare la possibilità di lavorare da remoto, con quello che preferisci tu. In questo modo credo di poter salvare "capra e cavoli" continuando a sviluppare miei software, e nel contempo garantendo la mia presenza alla società X in ogni momento. Mi rendo conto che potrebbe essere una cosa un po' rischiosa, però è l'unica soluzione realistica che mi è venuta.

La causa scatenante è stato lo squillo continuo del mio cellulare. Squilla, squilla, squilla. Odio i cellulari, come scrissi qua, e il fatto di sentirlo suonare e di non capire chi mi chiama (amici, colleghi, clienti, ragazze, etc.) mi fa venire veramente il voltastomaco. Una volta (parlo di giugno di quest'anno) ero a Marina di Ravenna, era sabato pomeriggio, ero in un locale sulla spiaggia, in mezzo a musica, birra e bikini. Suona il cellulare. Sarà un amico, rispondo. Chi era? Un cliente per fare assistenza. E non è l'unico caso. A volte suona alle 19, sul display appare: <numero sconosciuto>. E' vero, potrei attivare un numero nuovo, ma tutti i motivi di disorganizzazione spiegati prima mi stanno facendo riflettere, appunto, nel gestire le cose in modo radicalmente diverso.

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Print | posted on lunedì 22 agosto 2005 18:23 |

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