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Thinking in sharp architectures
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Giorno I

Non sono folle...
così disse il pazzo.
Seriamente, c'è qualosa nel mestiere dello sviluppatore che rasenta la follia, quella scintilla che rende creativo il codice che ognuno di noi scrive. Un filosofo tedesco molto controverso del passato affermava che ci vuole il chaos dentro per partorire una stella danzante, ebbene sono d'accordo almeno su questo.
Oggi ho frequentato il primo Agile Day italiano. La keynote è stata illuminante almeno per i paradigmi e le metafore che ne sono scaturite: Joseph Pelrine ha parlato di chaos mentre illustrava un grafico cartesiano che molto poco aveva a che fare con un qualsivoglia concetto di confusione. Apprezzo gli opposti che si toccano. La giornata è scivolata piacevole, non c'è che dire, devo anche ringraziare gli oratori che hanno risposto fra l'altro ad alcune delle mie logorroiche domande sia nella sessione di question-time, sia faccia a faccia.
A proposito... Samarcanda. Nel mio immaginario è un po' la meta esotica, irraggiungibile, misteriosa ed affascinante, nel mondo dell'informatica una sorta di status mentale in cui si è giunti all'equilibrio fra architetture astratte e codice prodotto, insomma un'illusione. Muoversi da e verso Samarcanda significa quel continuo tira e molla, amore ed odio verso questa meta che da lontano attrae senza rimedio ed a cui ci si deve arrendere, ma che durante il cammino di avvicinamento spaventa sempre di più fino al rifuggirne.
In questo le metdologie agili si avvicinano, intendo al concetto di "back and forth". Ma non è tutto oro quelo che luccica. Se come è vero agile significa in primis adattivo rispetto all'ecosistema in cui ci muoviamo, ebbene, alcune delle pratiche che accompagnano l'agile sono molto poco adattive in taluni ecosistemi, ed anzi assumono un sapore reazionario poco gradito.
Se c'è una critica che devo muovere all'ottimo "convegno" di oggi è la mancanza di oratori che non fossero anche i soci fondatori delle aziende per cui lavorano, quindi cofautori del cambiamento. Mi sarebbe piaciuto sentire l'esperienza di qualcuno che abbia introdotto metodi agili essendo "solo" il responsabile tecnico o giù di lì, avendo a che fare con managment e clienti molto ingessati per non essere troppo eufemistici (il pair programming dovete credermi in certi ambienti non si riesce nemmeno a menzionare sottovoce al gabinetto...).
Concludo questo Giorno I in maniera propositiva. Da una parte cercherò di essere addattivo rispetto al mio modo di fare codice molto Waterfall (ma anche tendenzialmente "macchina a stati finiti") cercando di disciplinarmi in alcune buone abitudini agili, dall'altra vediamo se questa disciplina si potrà riversare anche in questo blog che vorrei diventasse il diario di un sognatore in un ecosistema ostile.
PS: da buon sviluppatore .NET oggi mi sono accorto con sconcerto che siamo delle mosche bianche in un mondo di caffeinomani...
Saluti

Print | posted on sabato 13 novembre 2004 02:10 |

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# re: Giorno I

Roberto, che dire: grazie! Mi sono piaciute tante cose cosi come altre avrei voluto (col senno di poi) che fossero diverse ma dato che era la "prima volta" l'obiettivo è usare il vostro feedback per adattarci e fare qualcosa di migliore per il 2005 :-)
13/11/2004 02:31 | Marco Abis
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