Quando il vecchio non può più, ed il nuovo non può ancora, giunge il momento dell'avventura reazionaria
Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano (12 Gennaio 1921)
Non ho fatto l'università.
A 18 anni, terminato l'ITIS a Lodi, ho cominciato a lavorare come falegname con mio padre. Solo un paio d'anni dopo ho cominciato la mia carriera come programmatore. Vado orgoglioso di questa mia scelta. In quel periodo, quando ero un po' più giovane, avevo il mio lavoro da dipendente, dove mi occupo di assistenza hardware & software. Mi capitava di aver a che fare con clienti privati (dal vicino di casa a tutti gli altri), i quali si rivolgevano a me per i motivi più disparati, come installazione di stampanti, formattazione di PC, installazione di software, corsi su come navigare su Internet, su come scansionare fotografie, come usare Word o Excel, come usare Windows in generale, come copiare files, come masterizzare, come ascoltare files mp3 e così via. Avere quei clienti, che ti pagavano più che altro con qualche mancia, è stata all'epoca una fortuna, perchè mi ha svegliato, mi ha messo di fronte a persone che avevano bisogno del mio aiuto, e per certi versi mi ha insegnato a trattare con le persone.
Oggi la storia è molto diversa. Non ho più tempo per seguire questi piccoli clienti. Non voglio essere ipocrita, probabilmente sono anche io che oggi ho alzato un po' il tiro e tendo a scartare certi lavori, semplicemente perchè non ho più la stessa disponibilità di una volta. Lavoro a Milano, sono fuori tutto il giorno e la sera non ho affatto la voglia di andare di qua e di là ad occuparmi di problemi che, con tutta franchezza, non mi sento più di risolvere: specialmente quando si tratta di hardware, dove non sono più così ferrato.
Ma adesso arriva il motivo per cui ho indegnamente citato Gramsci. Noto che non c'è un ricambio di persone. Oggi io ho 30 anni, ma i 18enni di oggi non hanno la stessa voglia che avevo io alla loro età. A 18 anni io correvo quando un qualcuno mi chiamava, perchè significava avere qualche soldo in più in tasca col quale comprare un mazzo di fiori alla ragazza. Oggi non è più così. I 18enni oggi hanno in mente altro, vai tu a capire cos'è. Il senso della frase di Gramsci è ovviamente diverso, ma l'antitesi tra vecchio e nuovo mi ha comunque affascinato. Il vecchio, cioè io, non può più fare un lavoro che non gli spetta, o che non vuol fare. Ma il nuovo non può ancora, o non vuole farlo. Quei clienti storici, come li chiamo io, mi chiamano ancora oggi, perchè mi conoscono, si sono affezionati e sanno che tutto sommato faccio un buon lavoro (!!!). Ma, cavolo, a me piacerebbe che si rivolgessero ai giovani di oggi, e non agli stessi che chiamavano 10 anni fa. E la colpa, se di colpa si può parlare, non è solo del cliente in sè, quanto dei giovani che non sono attivi, che tardano un po' ad arrivare sul mercato del lavoro, ma insistono a farsi una laurea trascinata inutilmente nel tempo, considerando il lavoro come sporcarsi le mani (più tardi si comincia, meglio è).
Non so dove sono andato a parare, volevo condividere con voi questo folle ragionamento.