Mi era piaciuta la sessione di Lorenzo sulle software factories che aveva fatto agli ultimi Architecture Days. Mi era talmente piaciuta che l'ho riascoltata volentieri anche all'ultimo evento a cui ho partecipato. Riascoltare una sessione è quasi come vedere un bel film: sai com'è la trama, sai dove sono i punti salienti, quali sono i colpi di scena e conosci alla perfezione anche il finale, ma c'è comunque un qualcosa che ti spinge a rivederlo. Almeno, per me funzione così.
Tutto il discorso sulle software factories si basa sul fatto che noi sviluppatori oggi lavoriamo ancora seguendo un approccio molto artigianale, costruiamo soluzioni molto custom e ad-hoc a seconda di chi abbiamo davanti. Tutto lavoro su misura, che verrà buttato via al prossimo progetto, per quanto simile possa essere. Lorenzo fa il paragone - più che giusto - con l'industria dell'automobile, dove ogni giorno le catene di montaggio della Fiat producono migliaia e migliaia di Fiat Punto tutte uguali.
La sessione, dicevo, mi è piaciuta, ma pensandoci bene mi ha fatto riflettere un pochino. Secondo me, anche l'industria dell'automobile è in una prima fase molto artigianale, nel senso che quando si studia un nuovo modello lo si fa soprattutto a mano, con ricerche sull'estetica, sui consumi e sui materiali che comporta un lavoro molto lento e manuale. Lavoro che vediamo riflesso di primo acchito nei prototipi che poi vediamo esposti nei Saloni di Ginevra o di Detroit. Credo che la gente che studia nuovi modelli perda inizialmente un sacco di tempo a pensare ai modelli di auto che saranno sulle nostre strade fra qualche anno, tempo che consiste nel progettare, disegnare e costruire un prototipo realizzato a mano. L'auto è quindi essenzialmente un bene studiato in modo artigianale, solo che poi, quando si raggiunge il prodotto così come lo si vuole vendere, passa in produzione su larga scala con le catene di montaggio.
Ritengo che anche il software possa muoversi con questi canoni piuttosto facilmente, e per certi versi lo fa già. Il mio scopo è sempre stato quello di studiare soluzioni in modo artigianale, e molto mirate per un cliente, ma poi...quando raggiungo il software finale, posso rivenderlo in serie, magari con qualche ritocco qua e là. Il mio software di punta, Winshow Planning, è stato realizzato ad-hoc per un'agenzia di spettacolo a Cinisello Balsamo, ma poi è stato rivenduto negli anni seguenti a 15-20 altre agenzie sparse un po' ovunque. Questo secondo me è il punto: studiare e progettare in modo artigianale, e produrre su larga scala solo in un secondo momento.
Non so cosa ne pensi Lorenzo di questo post, lui è a Seattle, sicuramente ha altro da fare che darmi retta. La sua sessione tirava in ballo altri concetti che qui ho tralasciato. Spero che venga a leggermi, comunque, e che mi dica - a modo suo - cosa ne pensa.
Toc toc, Lorenzo, ci sei?