Diversi anni fa (fine 2008) pubblicai un post intitolato "ergonomia dell'architettura",
oggi mi sento di fare un punto pensando anche all'evoluzione della programmazione in generale. Ovviamente tutto con spirito IMHO!
Una nuova definizione
Dopo attenta riflessione, ho ribattezato il vecchio post in API ergonomics (mi piace tanto come suona in inglese :)), che tradotto in italiano è ergonomia dell'interfaccia
di programmazione di un'applicazione. La definizione contenuta nelle prime righe di wikipedia di Application programming interface
è calzante e musa ispiratrice per aprire questo post: "Con Application Programming Interface (in acronimo API, in italiano Interfaccia di Programmazione di un'Applicazione), in informatica, si indica ogni insieme
di procedure disponibili al programmatore, di solito raggruppate a formare un set di strumenti specifici per l'espletamento di un determinato compito all'interno di un certo programma.
Spesso con tale termine si intendono le librerie software disponibili in un certo linguaggio di programmazione" (Ho evidenziato punti chiave in grassetto)
Le API independemente dalla modalità di pubblicazione, dal linguaggio in cui sono state realizzate o dal sistema operativo/architettura fisica in cui si eseguono, sono strumenti disponibili al programmatore per
realizzare il proprio lavoro, cioè il software.
Ergonomia nell'industria
Quando ero ancora un ragazzo, oltre alla mia prima passione, l'informatica, mi piaceva l'elettronica, una volta rimasi affascinato da una semplice riflessione sulla maturità del software che lessi
in un articolo, l'autore confrontava l'elettronica con lo sviluppo del software, evidenziava come l'industria informatica, pure avendo un grandissimo potenziale, non aveva ancora la
maturità tecnologica e produttiva di altre industrie, come quella elettronica... ad esempio adduceva il salto qualitativo e produttivo introdotto dai circuiti integrati.
Ora confrontiamo, presa sempre da wikipedia, la definizione di Ergonomia con gli elementi che ho evidenziato nella precedente di API: "L'ergonomia,
secondo la IEA (International Ergonomics Association), è quella scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi di un sistema (umani e d'altro tipo) e la funzione per cui vengono progettati
(nonché la teoria, i principi, i dati e i metodi che vengono applicati nella progettazione ), allo scopo di migliorare la soddisfazione dell'utente e l'insieme delle prestazioni del sistema[1].
In pratica è quella scienza che si occupa dello studio dell'interazione tra individui e tecnologie." (Ho evidenziato punti chiave in grassetto)
In effetti in questi anni abbiamo tutti visto un rapido progresso nell'industria delle applicazioni e abbiamo notato come, ad esempio, la "pacchettizzazione" e il deploy del software con metodologie e strumenti
più rubusti abbia portato un vantaggio competitivo, in termini di produttività, integrazione e aggiornamento del software. Ma questo è solo un esempio, altre idee importanti ne hanno permesso
l'evoluzione qualitativa: i pattern per lo sviluppo di applicazioni (chi non ha letto Patterns of Enterprise Application Architecture? ;)),
i linguaggi di programmazione, i compilatori, gli ambienti di sviluppo, le metodologie e gli strumenti agili, il testing unitario e automatico del software (Unit Test e TDD) ...
Ergonomia nel software
Per esperienza ho verificato o sono arrivato alla conclusione che alcune pratiche e metodologie sono strumenti che possono permetterci di modellare l'ergonomia della nostra API. Premetto che ho una mia filosofia
sull'utilizzo delle pratiche e metodologie, queste vanno applicate con il giusto equilibrio e nel giusto contesto, sono quindi contrario all'approcio "dogmatico" nell'uso di una pratica, con "dogmatico" intendo
un approccio per il quale sembra che una metodologia sia il vaso di pandora che quando la scopro risolverà tutti i miei problemi di sviluppatore e che dovrà essere usata sempre per ogni riga di codice che scrivo ;) ...
ho visto nella realtà progetti fallire applicando questa "fuorviante e pericolosa strategia"! Premesso questo di seguito illustro alcune ideo o strumenti che se usati bene sono utili a sviluppare codice "ergonomico"
per i nostri programmatori, spiegandone brevemente vantaggi e applicazione puramente nell'ambito di cui si discute in questo thread.
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Naming approach
Il nome che diamo a una classe o a un metodo, in relazione alla struttura e alla gerarchia di oggetti, soprattuto quando deve essere usato da altri (specialmente quando fa parte del contratto pubblico della nostra API)
dovrebbe essere pensato con attenzione. Alcuni programmatori pensano sia una perdita di tempo soffermarsi troppo su quest'aspetto, peccato che poi ci si trova classi e librerie con nomi che seguono una logica
disomogenea e a volte fuorvianti che richiedono molto tempo e ragionamenti per capire quale metodo devo chiamare per effettuare una certa operazione oppure peggio ancora mi spingono intuitivamente a chiamare quello sbagliato!
Non sarà mai possibile applicare una strategia "perfetta" ai nomi che diamo ai nostri "oggetti", visto che la comunicazione e il linguaggio sono aspetti molto complessi, ma un po' di attenzione, di rigore e
di riflessione fanno la differenza.
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Abstraction details
Così come un cruscotto di una macchina pieno di pulsanti e/o non bene organizzati forse con un eccesso di gruppi, il modo e il livello di astrazione con cui disegnamo il nostro sistema
puo influire sulla complessità di comprensione e utilizzo dello strumento.
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La pratica dello sviluppo guidato dai test o TDD è utile per obbligarci a modellare i contratti pubblici della nostra applicazione prima del loro dettaglio implementativo. In particolare quando penso ai contratti
pubblici non mi riferisco solo ai nomi dei metodi ma anche ai nomi delle classi e alle strategie e al dettaglio di astrazione del nostro modello ad oggetti.
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Quando alcuni anni fa, in un grosso progetto in cui lavoravo, decidemmo di adottare nello sviluppo del nostro software alcune soluzioni "enterprise" ci appoggiamo ad una factory open source derivata da java
totalmente configuration driven dove era necessario specificare nel file di configurazione tutto il dettaglio di come construire gli oggetti e iniettare le dipendenze, pur valorizzando la potenza di questo
livello di configurazione, dovendo lavorare con domini molto complessi, di centania di componenti, il dettaglio della configurazione stava diventando il nostro tallone di achille. Così decidemmo
di intervenire, allora analizzai tutto ciò che poteva essere definito implicitamente per convenzione e sviluppando un sistema automatico di configurazione e l'ausilio di attributi nel codice, con un investimento
relativemente ridotto abbiamo portato in carreggiata la competitività del prodotto aumentando produttività e qualitità. La "convention over configuration" se applicata bene (identificando con opportuna attenzione
le "reali" convenzioni) rende lo strumento software più produttivo e malleabile, in altre parole più ergonomico.
Conclusione
In altre industrie è stato ed è fondamentale lo studio dell'ergonomia, tanto che ormai è un elemento che fa parte del processo di progettazione e realizzazione di qualsiasi nuovo prodotto. Non sarebbe corretto
dire che nella nostra industria non si tenga conto di quest'aspetto, in effetti fa implicitamente parte di diverse pratiche e pattern di sviluppo, ed emerge in alcune librerie di successo, ma non è certamente
definito in modo rigoroso come pratica e/o all'interno forse di un approccio metodologico più ampio (che non possa essere quello agile? :D)
Spero che queste riflessioni possona produrre maggiore sensibilità da parte di programmatori, archittetti e responsabili tecnici a quest'aspetto che ho definito 'API ergonomics'
soprattuto nell'ambito di progettazione e sviluppo di librerie e strumenti che dovranno usare altri sviluppatori. Sarebbe utile individuare in modo più rigoroso le pratiche, le metodologie, gli strumenti
che sono utili allo sviluppo di librerie applicative più ergonomiche, tenendo conto che anch'esse a loro volta, dovrebbero rispondere a criteri di ergonomia. Sarebbe interessante anche poter misurare il livello
di ergonomia di una libreria o di una applicazione defininendo e applicando oppurtune metriche (ad esempio come possiamo dare un indice di complessità al codice applicando determinati algoritmi)
E' possibile che per alcuni questa disquisizione possa sembrare mera filosofia, in realtà dal mio punto di vista la preoccupazione di scegliere, o progettare e sviluppare, strumenti più facili e comprensibili
da usare per la realizzazione di un progetto software da un vantaggio competitivo e tecnologico non indifferente. Io ho vissuto questa esperienza occupandomi dello sviluppo e della
manutenzione di una libreria "enterprise" per un grosso progetto gestionale e ho visto che lavorando nell'applicare pratiche per rendere più intuitivo ed efficacie l'utilizzo dell'infrastruttura al programmatore
ne hanno beneficiato in maniera effettiva produttività e qualità.